"Il rumore del silenzio" (che può diventare tambureggiante) e capacità di riflessione e necessità di meditazione.

 Mi sono deciso a fare questo post perché mosso dal desiderio di comunicare quanto è stato spunto di lavoro nella prassi e modalità di riflessione a livello teorico.

Tempo fa ho pubblicato un video in cui parlavo di come fosse organizzato il sabato italiano negli anni '80 - '90, all'epoca della mia giovinezza, e di come quello fosse un tempo dedicato al riposo ed alla rilassatezza, però usando la potenza espressiva dell'ossimoro ho anche parlato di occasione di "impegnato riposo."

Eh sì, perché a quell'epoca io lavorando già come insegnante utilizzavo il periodo del fine settimana per dedicarmi ad altre attività tra cui quella oratoriana e quella del volontariato cosicché mi esprimevo in termini di "impegnato riposo". Altro ossimoro.

Questo è più o meno quel che ho dichiarato in un precedente video.

Ora, ciò su cui intendo polarizzare la mia attenzione è invece quanto notavo potesse essere importante - per un insegnante - adottare come sistema nella prassi educativa.

Sicché mi esprimevo in termini come "il rumore del silenzio" e di "capacità di riflessione e necessità di meditazione", in un certo qual modo forse anticipando persino, in parte, i tempi.

Bene, con i miei allievi di qualsiasi ordine e grado di scuola cercavo - notando che venivano distratti sempre più da eventi esterni, da fatti esteriori, dal fatto che progressivamente calavano un po' i livelli attentivi - di far ragionare e soprattutto, prima ancora, di praticare quella che è l'attenzione verso "il rumore del silenzio", il che equivale a predisporsi a rimanere da soli con i propri pensieri, a rimeditare i propri pensieri stessi, a riflettere, a non essere distratti e a non farsi distrarre da sollecitazioni e da disturbi esterni.

Il tutto si traduceva nel rimanere ad ascoltare il rumore del silenzio che, per chi non è abituato a fare, può diventare tambureggiante rumore insostenibile, letterale incapacità di rimanere da soli, in introspezione con i propri pensieri.

Senza criticare niente e nessuno, certo che però un certo abuso e non solo uso (ma non mi si fraintenda) delle tecnologie, nella sua forma degenerativa, può portare ad avere sempre più difficoltà a livello di attentività e di capacità di rimanere da soli, con i propri pensieri.

Esortavo così i miei allievi a prestare attenzione al "rumore del silenzio" e, quale passo ulteriore, a sviluppare la capacità di riflessione e di meditazione, tanto più importante sotto il profilo esistenziale quanto più è importante era (ed è ancor più oggi) sotto il profilo didattico ed esperienziale.

Due dimensioni che oggi, senza polemica, ma come dato di fatto, si presentano effettivamente come un po' in difficoltà poiché trovare persone che sappiano stare in silenzio in introspezione personale è sempre più complesso e difficile. Dopo un po' le persone aspettano di vedere ciò che c'è di nuovo sul social o, perlomeno, cercano di capire che cosa potrebbe esservi. In secondo, o terzo piano passa tutto il discorso sulla reale importanza della capacità di riflessione e sulla necessità di meditazione. Sempre più difficile è concentrarsi e mantenere un atteggiamento congruo rispetto a silenzio, riflessione, meditazione.

Ed ecco allora che, nelle classi, si partiva dallo stare in silenzio assoluto per pochi minuti, al fine di sentire il "rumore del silenzio", ovvero di cercare di percepire il rumore di sottofondo ed ogni altro rumore da percepire rispetto a quello che appare un sostanziale, assoluto silenzio che poi, a ben ascoltare e a ben prestare attenzione, tanto silenzio assoluto non è, essendoci sempre qualche rumore di fondo. 

Il secondo passo da percorrere è quello di inserirsi in un contesto di capacità di riflettere, di interrogarsi con il pervenire alla meditazione che può aiutarci a concettualizzare il nostro essere, le nostre conoscenze sia intellettivamente - cognitivamente che spiritualmente - esistenzialmente.  

Questa pratica, apparentemente semplice è assai complessa, ancor più oggi, visto che il mondo va decisamente in un'altra direzione, del tutto e subito, senza aver troppo tempo per riflettere in modo approfondito ed ecco allora che ciò diviene pratica didattica utile e pratica d'equilibrio personale fondamentale.

In breve, quanto desideravo comunicarvi oggi, in merito alle due tematiche, di assoluta attualità ed interconnesse tra loro come saper stare da soli nel proprio personale silenzio senza aspettarsi messaggi da varie strumentazioni e muovere così e sviluppare la capacità di riflessione come necessità prioritaria di meditazione personale sul piano esistenziale.   

Prof. Ivo Mandarino


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Prof. Dr. Ivo Mandarino, divulgatore culturale e filosofico.