La condizione etica in termini valoriali per Bertrand Russell

                                               Il Prof. Ivo Mandarino
 
L'intervento che desidero fare oggi riguarda una breve riflessione di natura etico-comportamentale che fece Bertrand Russell (1872 - 1970). Questo grande filosofo del 1900, liberale d'ispirazione liberal anglosassone, si occupò di molti ambiti, in modo particolare la scienza, la politica, la società e la sua organizzazione, la tecnica e l'etica. La sua filosofia tende a mettere in evidenza che la scienza e la tecnica non possono occuparsi dei valori, di stabilire quali essi siano, né può - in verità - occuparsi della gerarchia degli stessi. A rigore, non può neppure dire quali siano e che cosa siano il bene ed il male. Lo desumiamo proprio da una sua felice citazione tratta da una sua opera, laddove egli afferma:" Ci sono molte cose delle quali la scienza non può occuparsi. Tutti i problemi dei valori, per esempio. La scienza non può dire quel che è bene e quel che è male; che cosa è bene o male come fine, non soltanto come mezzo." In effetti la scienza, oltre a ciò che già abbiamo detto, per Russell (e lo leggiamo nell'ultima riga) non può neppure esprimersi su ciò che sia bene o male come fine, cioè come ciò a cui idealmente e fattualmente tendere, e non può neppure definire ciò che sia bene o male come mezzo, come praxis. Vero è che gli aspetti della sua filosofia non possano essere presi singolarmente ma nella loro integralita' e complessità, però è anche vero che pur convergendo tutti come singole monadi di un unico sistema, tuttavia ciascuna ha un suo specifico ambito di pertinenza teorica e di applicazione pratica nella realtà e ciò fa sì che la scienza, che si occupa di specifiche tematiche, non possa addentrarsi in speculazioni valoriali di chiaro ambito dell'etica che definisce tali valori e li precisa, trovandosi poi ad applicarli nel concreto con una serie di comportamenti pratici. In ciò sta precisamente, allora, il compito della morale e di essa sola: definire, in forma teorica, i dettami morali perché siano poi calati nel regno del consorzio umano. Ciò non è certamente una novità assoluta di Russell poiché è valso per la filosofia da sempre e per sempre, fin dalla grecita' classica in cui ci si è interrogati su queste tematiche ed ancor più sulle singole tematiche etico-morali e tale ricerca è proseguita per tutta la storia del pensiero umano ed ancora sta procedendo, forse ancor di più oggi, alla luce dei tanti e tanto importanti cambiamenti individuali e sociali, collettivi e culturali. Interessante per ampliare le modalità e l'estensione del ragionamento quello che ci comunicava la filosofa Hanna Arendt (1906 - 1975), già discepola di Heidegger (1889 - 1976), di cui fu successivamente compagna di vita e poi "semplicemente" amica e discepola pure di K. Jaspers (1883 - 1969):" La verità filosofica può diventare pratica e ispirare l'azione soltanto quando riesce a diventare manifesta sotto forma di esempio."
Prof. Ivo Mandarino
         Prof. Ivo Mandarino.

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