L'Editoriale: La cattura di Adolf Eichmann 11 maggio 1960

Facendo riferimento a precedenti post ed a precedenti video sulla vita ed il pensiero di H. Arendt, non posso non tornare sulla vicenda Eichmann, soprattutto oggi, che suggerì alla filosofa la definizione, riferendosi a lui di "banalità del male".

I fatti: Adolf Eichmann, sfuggito al processo di Norimberga, e tuttavia ricercato in tutto il mondo, riparò in Argentina, sotto mentite spoglie e falsa identità, risultando essere il cittadino altoatesino Riccardo Klement. Lì lavorò come impiegato, meccanico saldatore di automobili per la locale concessionaria Mercedes Benz di Buenos Aires.

La sua vita, precedentemente come incallito criminale di guerra nei campi di concentramento, riprese così sotto le spoglie di un tranquillo quanto preciso e metodico operaio per l'importante casa automobilistica.

Per i motivi che si sono già accennati nei precedenti post e nei precedenti video cui si rimanda, tuttavia, e cioè che il suo egocentrismo lo fece parlare troppo e, soprattutto, il fatto che il di lui figlio frequentava, senza saperlo, una ragazza di origine tedesca e di religione ebraica nella capitale argentina e, come il padre parlava liberamente rivelando così l'esatta identità della famiglia, al punto da far collegare al padre di lei - rimasto cieco per le botte subite dai nazisti - il fatto che si trattasse proprio di quell'Eichmann, portò prima alla denuncia al Procuratore tedesco deputato per le indagini, Fritz Bauer, e poi alla segnalazione internazionale con conseguente interessamento dello Stato di Israele, nella fattispecie con il ruolo decisivo del Mossad israeliano.

E proprio l'11 maggio del 1960, non essendo prevista l'estradizione da parte della giurisprudenza argentina, quattro agenti del Mossad israeliano si recarono a Buenos Aires per provvedere alla sua cattura. Da almeno tre anni le sue improvvide "uscite" e pure quelle del di lui figlio, avevo chiaramente indicato dove si trovasse, portando così all'arresto.

Un periodo quello post guerra che si è trascinato anche in tempi molto più recenti, volto a far luce sui crimini di guerra ed a cercare di assicurare alla giustizia tutti coloro che, ancora in vita, dovessero rendere conto - prima ancora che al giudizio divino, a quello umano.    

Tornando al caso Eichmann fu così che gli uomini del Mossad pedinandolo a bordo di una macchina - sul far della sera, terminato il suo orario di lavoro come operaio saldatore, in cui dava, tra l'altro, prova di essere meticoloso e puntuale - lo trovarono alla consueta fermata del pullmann che l'avrebbe condotto a casa.

Egli sapeva, però, di essere ricercato a livello internazionale e, quando gli agenti del Mossad lo avvicinarono per chiedergli se potesse dare un'occhiata alla loro macchina che presentava un guasto, capì benissimo chi fossero quegli uomini. Tentò una fuga disperata e tuttavia fu raggiunto e, seppure con una certa difficoltà, immobilizzato e narcotizzato per essere messo nella macchina che l'avrebbe condotto di fronte alla giustizia.

Uno dei più grandi criminali della storia era così stato tratto in arresto.

Il seguito fu che si decise di celebrare il processo proprio in Israele. Un processo che ebbe una vastissima eco mediatica e più di 500 giornalisti accreditati per parteciparvi, provenienti da tutto il mondo.

Eichmann si difese di fronte al Giudice Militare sostenendo di essere stato un semplice funzionario che eseguiva gli ordini che gli venivano impartiti dai superiori; tuttavia le testimonianze e l'atteggiamento dello stesso Eichmann misero in luce come, egli stesso, provasse avversione ed odio per gli ebrei e non fosse interiormente pentito di quanto drammaticamente accaduto.

Il processo, istituito e celebrato nel 1961, portò alla sua condanna, il 15 dicembre 1961, alla pena capitale da eseguirsi tramite impiccagione, venendogli riconosciuti tutti i capi d'imputazione e d'accusa contestatigli.

Sia Eichmann, che la moglie quanto i suoi parenti, tutti chiesero la grazia per lui ed a tutti fu rifiutata senza appello.

Così come pure non ebbero successo i ricorsi in appello per portare nuove prove presentate dal suo Avvocato.

Eichmann trascorse allora così diversi mesi in carcere in Israele e venne giustiziato, a Ramla, il 31 maggio del 1962 tramite impiccagione eseguita con due boia preposti a tirare la corda con cui sarebbe stato appunto impiccato ma in modo che nessuno dei due sapesse chi fosse stato tra loro.

L'ultima sera rifiutò il pasto e bevve unicamente mezza bottiglia di un vino secco israeliano.

Ad esecuzione ultimata, il suo corpo fu cremato e le sue ceneri disperse in mare con la motivazione che mai più nulla di materiale di Eichmann dovesse stare sul suolo della terra. 

Questa fu l'unica esecuzione di un civile (ex militare) che fu eseguita nello Stato di Israele che, in generale, ha un atteggiamento di rifiuto verso la pena di morte nei riguardi di chi si sia macchiato dei più diversi reati.

Ecco, allora, che viene da dire che quando si afferma "per non dimenticare", ricordiamo anche episodi drammatici della storia mondiale come questo, in cui un uomo malvagio ma tutt'altro che anormale si rivelò per essere un sanguinario aguzzino, pronto poi, all'occorrenza, a condurre un'esistenza apparentemente normale. Giornate come questa meritano, nella loro drammaticità, di essere doverosamente ricordate.

Anche quest'apparente normalità, unitamente però ad altri episodi "extra bellum" (come quello del ragazzino ebreo picchiato selvaggiamente da lui e dal suo custode quando abitava a Budapest reo di avergli "rubato" le ciliegie nel giardino di casa) ci devono far riflettere su ciò che è, o può essere, la natura umana, almeno talvolta.

Prof. Ivo Mandarino  

 

                                                      Prof. Ivo Mandarino

Post a cura del Prof. Ivo Mandarino che inserirà un video sul proprio canale YouTube per ricordare i fatti legati ad Adolf Eichmann.

            

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