Pillola di filosofia - Hanna Arendt filosofa e la banalità del male...

Hanna Arendt filosofa e la banalità del male...

Questo post intende proseguire ed anche completare quello che si cerca di divulgare all'interno di alcuni video pubblicati su YouTube relativamente alla vita ed al pensiero di Hanna Arendt.

Questa importante filosofa tedesca, di religione ebraica, nacque ad Hannover nel 1906, e crebbe a Konisberg (la città di Kant!) e Berlino e morì a New York nel 1975. Heidegger che tanta parte ebbe nella sua vita, e vedremo dopo perché, morirà un anno dopo, nel 1976.

Il clima ostile del nazismo la costrinse a lasciare la sua terra nel 1937 in direzione della Francia, dopo che già nel 1933 le fu impedito di assumere incarichi di docenza. Dopo la Francia, per il precipitare degli eventi dovette riparare negli Stati Uniti, nel 1941, via Portogallo, con il marito H. Blucher, dove ottenne anche la cittadinanza americana, ma solo nel 1951. Dal 1937 al 1951 la Arendt fu dunque apolide.

 Nel 1937, anno in cui si separò dal primo marito, Gunther Anders, perdette infatti la nazionalità tedesca per il rapido sviluppo del nazismo. 

La vita della Arendt fu certamente molto ricca di avvenimenti e di emozioni. Fu anche allieva di Heidegger ma quando venne a sapere delle sue "sospette simpatie" per il nazismo lo lasciò anche se con lui si riconciliò a guerra finita e, nel processo ch'egli dovette subire nell'immediato dopoguerra, per difendersi dall'accusa di aver appoggiato segretamente il nazismo, ella effettivamente lo difese intervenendo a suo favore. Dopo aver lasciato Heidegger di cui era discepola (ma anche amante) la Arendt si laureò con il celebre psichiatra e filosofo K. Jaspers con una tesi sull'amore secondo Sant'Agostino. Parliamo, dunque, lo vedete, di nomi importanti come Heidegger, Arendt e Jaspers ed anche Sant'Agostino. 

La Arendt si occupò di filosofia politica e tra le sue tesi spicca sicuramente quella secondo cui crede in una forma di democrazia diretta e non rappresentativa.

Viene però principalmente ricordata per le sue originali analisi critiche verso filosofi come Socrate, Platone, Aristotele, Kant, lo stesso Heidegger e Jaspers ma anche per le sue acute ed originali analisi nei riguardi di autori come Macchiavelli e Montesquieu.

Di se stessa non voleva essere definita filosofa politica quanto piuttosto esperta di teoria politica.

Il metodo critico insegnatole da Heidegger le consentiva di spaziare attraverso varie discipline e ricca e completa era la sua ricerca e la sua critica nei riguardi dell'organizzazione sociale, statuale e politica ed all'organizzazione che ne conseguiva.

Un avvenimento che contribuì a conferirle ancora maggiore notorietà fu il caso di Adolf Eichmann, il militare e criminale nazista divenuto famoso per esser stato giudicato da un Tribunale in Israele per crimini di guerra e contro l'umanità ed ucciso colà con l'impiccagione. Poi fu cremato e le sue ceneri furono disperse in mare. 

Ebbene, prima di dire esattamente che cosa ne pensasse la Arendt, vale la pena di ricordare, brevemente, chi fosse Eichmann.

Costui era stato un ufficiale nazista riconosciuto come criminale di guerra dopo la sentenza del già citato Tribunale israeliano.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale era riparato in Argentina, sfuggendo al processo di Norimberga, sotto falsa identità (era per tutti il cittadino altoatesino Riccardo Klement), dove si era impiegato in una filiale della Mercedes. Venne individuato dagli agenti del Mossad anche perché fu così preso dal proprio ego che aveva rivelato molti fatti ad un giornalista olandese che era stato di chiare simpatie naziste. Non solo ma il figlio di Eichmann, a Buenos Aires, incominciò a frequentare la figlia di un ebreo tedesco salvatosi dal campo di sterminio ma rimasto cieco per le botte subite. Costui collegò tutto e denunciò Eichmann al procuratore Fritz Bauer, il quale passò le informazioni al Mossad israeliano che provvide alla sua cattura direttamente recandosi a Buenos Aires, non essendovi allora, l'estradizione secondo la giurisprudenza argentina.

Eichmann, secondo la Arendt, e finalmente arriviamo al suo giudizio, era un personaggio mediocre, ancor più che stupido: un essere completamente privo di qualsiasi idea, un uomo malvagio che si lasciava trascinare dagli eventi e dalle persone. Infatti il suo testo "Banalità del male" riprende proprio questo concetto: che il male non si presenta sempre sotto le spoglie del tremendo criminale sanguinario ma può rappresentarsi plasticamente e fisicamente anche sotto le spoglie di un ometto mediocre nell'aspetto, nel carattere (pur malvagio) e nell'intelligenza ottusa come Eichmann. Un oscuro, malvagio, insignificante burocrate di un regime totalitario e sanguinario.

Un personaggio incapace di articolare un pensiero complesso, un uomo balbettante nelle idee e nelle decisioni, una persona tanto squallida quanto oscura ed apparentemente persino normale nella propria mediocrità. 

Questo, spiegherebbe come il male si possa instaurare (pur non avendo - di fatto - radici) evolvere e maturare: oserei dire io, prendendomi la responsabilità di cercare di interpretare filosoficamente la Arendt, è qualcosa che sembra essere l'essenza del male di agostiniana memoria per cui solo il Bene è mentre il male non è; ovvero non è bene; è assenza di bene. In sé non è qualcosa che esista come essere ontologicamente a se stante ma è assenza e privazione di bene. E' il normale perpetrarsi di azioni malevole che diventano routine, quotidianità ostentata. Del resto, non molti almeno all'inizio si opposero al nazismo se non il filosofo Jaspers e pochi altri civili (tra cui due contadini obiettori di coscienza che morirono per questo) e coloro che lo fecero dopo, secondo la Arendt, come i fautori dell'operazione valchiria, 

                                                        Il Prof. Ivo Mandarino

non andata a buon fine, già vedevano all'orizzonte il tracollo del regime nazista.

Questa era una piccola sintesi da associarsi con quel che trovate e troverete nei miei video su YouTube sperando che l'abbiate trovata interessante. Grazie per la lettura e grazie per la visione. Vi ringrazio se vorrete lasciare un like e l'iscrizione al blog ed al canale. A presto, arrivederci!

Prof. Ivo Mandarino         

 

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