Riflessioni del Prof. Ivo Mandarino: passi scelti dal Proslogion di Sant'Anselmo d'Aosta (Aosta, 1033 - Canterbury, 1109)


Articolo breve su Sant'Anselmo d'Aosta


 by PROF. DR. IVO MANDARINO


 In questo mio breve contributo scritto riporterò due brevi brani tratti dal Proslogion di Sant'Anselmo d'Aosta (Aosta 1033 - Canterbury 1109) che danno conto del pensiero del grande teologo e filosofo, nonché frate benedettino (aveva svolto gli studi presso l'abbazia benedettina di Bec in Normandia per poi diventare addirittura arcivescovo a Canterbury, in Inghilterra).

Ebbene, nei due brani che seguiranno, tratti dall'opera summenzionata, c'è tutto il pensiero di Sant'Anselmo, uno dei massimi esponenti della Patristica e della Scolastica, secondo cui - per sunteggiare per sommi capi - il rivolgere la propria coscienza a riflettere acutamente e profondamente su se stessa, equivale raggiungere la spiritualità e la comunione con Dio ed in Dio. In ciò non differirà sostanzialmente da Sant'Agostino, altro grande, grandissimo, immenso pensatore cristiano e teologo e filosofo del tempo.

Sant'Anselmo, però, nel suo Proslogion assumerà l'argomento ontologico di cui si servirà per dimostrare a priori la veracità di Dio, il famoso assunto che sarà contestato, effettivamente non senza qualche ragionevolezza dal monaco Gaunilone.

Ma ora concentriamoci sui brani testé menzionati e diamo la parola direttamente a Sant'Anselmo d'Aosta.

"Orsù, omuncolo, fuggi per un poco le tue preoccupazioni, sottraiti un poco ai tuoi tumultuosi pensieri. Liberati ora dalle pesanti cure, e lascia da parte le tue laboriose distrazioni. Dedicati un pochino a Dio e riposati in Lui. Entra nella stanza del tuo spirito, cacciane fuori tutto all'infuori di Dio e di ciò che ti aiuta a cercarlo, e, dopo aver chiuso l'uscio, cerca Lui. Dì ora, o mio cuore, tutto intero, dì a Dio: "Io cerco il tuo volto, ricerco il tuo volto, o Signore"   

  (Proslogion, 26, 8)

Come si può notare il senso ed il significato sono completamente nella parte finale, nell'auto-implorazione che porta - per fede e per ragione, per coscienza e per umanità - direttamente al Creatore creando - con Lui, un'ineludibile ed indistruttibile coesione e simbiosi.

Parimenti, sempre nel Proslogion si legge: "Io non tento, o Signore, di sprofondarmi nei tuoi misteri, perché la mia intelligenza non è adeguata, ma desidero capire un poco della tua verità, che il mio cuore già crede e ama. Io non cerco di comprenderti per credere, ma credo per poterti comprendere."

Magnifica deduzione di Anselmo che mostra come si possa giungere a Dio per fede ma non si possano arrivare a comprendere tutti i Suoi attributi razionalmente. La fede, tuttavia, ci può aiutare a comprenderLo, almeno in parte, giungendo anche tramite ragione là dove giungiamo tramite fede ma la ragione, vista la Somma perfezione di Dio è concettualmente limitata e giunge solo sino ad un certo punto e non oltre però se è vero che che non dobbiamo credere in Lui se non per fede, è anche vero che - credendo per fede - e sforzandoci nella facoltà dell'intelletto di cui ci ha fatto dono, ecco che possiamo quantomeno tendere alla comprensione senza, ovviamente, superare i nostri oggettivi limiti, connaturati a noi ed a noi intrinseci.

Prof. Dr. Ivo Mandarino 


  
  

Commenti

Post popolari in questo blog

G. Gentile, filosofia (e pedagogia) neoidealista nel commento del pedagogista Prof. R. Fornaca. Due video...

Tre video con opere di e su B. Croce ed un'opera di G. Gentile nel commento di Abbagnano e Fornero...