Galileo Galilei, il tormento esistenziale di uno scienziato: un uomo solo che deve abiurare per salvare la propria vita! I parte

 




Il Prof. Ivo Mandarino in immagini tipicamente casalinghe mentre attende alle proprie attività.


Galileo Galilei (1642 - 1564), un uomo nuovo nel dibattito culturale della sua epoca

Galileo Galilei fu indubbiamente un uomo di grande fede e di scienza che giunse a comprovati risultati in ambito scientifico, non solo teorico, ma anche pratico e la cui riflessione portò, tuttavia, ad un fecondo contributo nel più vasto panorama scientifico e culturale.

Questo vuol dire che le sue riflessioni interessarono il più ampio dibattito filosofico e storico - culturale della sua epoca, che anzi, egli contribuì a rendere più vivace e più fertile in generale, anche a causa delle vicende che lo videro protagonista.

Inoltre, Galilei fu anche un uomo molto poliedrico e, oltre che scienziato, fu molto impegnato in ambito letterario e religioso.

Le sue conclusioni lo portarono ad importanti risultati sul piano teorico ma anche su quello tecnologico. Non a caso a lui si deve tanto la trattazione di un discorso sul metodo che vedeva nella matematica il linguaggio universale per poter comprendere il cosmo ed i suoi misteri, tramite opere quali "Il Saggiatore" ed il celeberrimo "Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze" e il "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il tolemaico e il copernicano", in cui esponeva le differenze tra le due cosmologie con conseguente distruzione di quella aristotelico-tolemaica a favore dell'altra.

Di fatto le sue scoperte lo esposero però alle ire funeste della Chiesa dell'epoca che vedeva in alcune sue formulazioni un possibile, ed anzi assai concreto, e perciò infondato, attacco alle teorie esposte nella Bibbia.

All'inizio Galilei non disse nulla che potesse urtare la Chiesa dell'epoca, limitandosi, infatti a sostenere che la Bibbia e le scoperte scientifiche marciano di pari passo su due binari paralleli in cui ognuna afferma delle verità che sono enunciate ed assodate anche dall'altra.

Pertanto, mentre la Bibbia è da intendersi come un libro di fede scritto in un linguaggio semplice, popolare, comprensibile da tutti sotto la spiegazione ed il Magistero della Chiesa Cattolica, la natura è un libro scritto nel linguaggio chiaro della matematica in cui i fatti non sono interpretati ma vengono disvelati a noi, meravigliosamente, tramite l'evidenza di ciò di cui parlano.

Ambedue gli aspetti sono influenzati da Dio che parla proprio tramite la Bibbia che infatti è un libro (un insieme di libri) rivelato e la natura che si presenta, grazie all'interpretazione della matematica che di essa ne è il linguaggio, in modo assai chiaro ed evidente.

Qualora vi fossero delle incompatibilità tra fede e scienza, ovvero vi fossero affermazioni contrastanti, allora le affermazioni dei teologi dovrebbero essere riviste poiché la Bibbia è sì dettata da Dio, ma interpretata dagli uomini ed il suo compito è di condurre alla salvezza in ambito etico-religioso, mentre la scienza conduce - proprio per il rigore del suo metodo - a formulare delle verità che non possono essere messe in discussione se non da un ulteriore approfondimento d'indagine al proprio interno. Eventuali discrasie in ambito interpretativo religioso, che possano avere una qualche ricaduta nelle verità scientifiche, devono essere riviste, allora nell'ambito della scienza. Non vi sono due verità e, laddove vi siano contraddizioni, ecco allora che il tutto va rivisto alla luce delle reinterpretazione della Bibbia.

La Bibbia afferma in sé certamente delle verità poiché proviene direttamente da Dio ma potrebbe, in teoria, anche essere interpretata in un modo non totalmente corretto dai teologi, invece la scienza potrebbe dover rivedere le proprie posizioni a misura di una differente interpretazione ed applicazione del metodo scientifico. Tuttavia le verità che enuncia non possono essere messe in discussione dall'interpretazione biblica, semmai da una ri-applicazione del metodo scientifico.

E' questo il periodo in cui i filosofi sono ancora scienziati e non vi è stata la differenziazione tra i due tipi di studioso, divaricazione - del resto - che inizierà soltanto dopo Kant e, proprio per questo, bisognerà aspettare ancora un bel po'.

Molti illustri filosofi precedenti Galilei ed anche a lui coevi o successivi parleranno di metodo scientifico, ritenendolo unica possibilità di poter penetrare i misteri insondabili dei principi primi e delle essenze di tutte le cose e di tutte le manifestazioni, oltre che esser pure elementi costitutivi di ogni aspetto del sapere.

Il metodo scientifico elaborato da Galilei, viene definito anche sperimentale, poiché è molto pratico, ovviamente e tiene conto di alcuni step:

intanto si compone di due grandi fasi generali che sono il momento risolutivo o analitico (a sua volta suddivisibile in tre fasi che vedremo) e momento compositivo o sintetico (in due fasi)

Il momento risolutivo o analitico si divide in: osservazione dei fenomeni; misurazione matematica dei dati e formulazione di un'ipotesi. Le tre fasi sono abbastanza intuitive nella loro delineazione pratica oltre che in quella teorico-concettuale.

Il momento compositivo o sintetico consta invece di due fasi che sono: l'esperimento e la verifica (cimento) e la conseguente formulazione della legge (che deve poi essere socializzata non solo all'interno della comunità scientifica ma del più vasto consorzio umano con tutte le sue implicazioni pratiche).

Il metodo scientifico si concretizza praticamente procedendo per: induzione e deduzione. Vi è cioè un momento osservativo che è anche induttivo del sapere ed è l'osservazione diretta sul campo del fenomeno che si voglia dimostrare; ma poi vi sono anche le varie dimostrazioni che rappresentano il momento ipotetico e deduttivo del sapere. Queste due fasi sono indissolubili e sono intrecciate tra loro, non sequenziali, né esclusive o tendenti ad annullarsi, anzi devono coesistere. Le une presuppongono le altre e viceversa.

Ovviamente, per giungere ad un risultato chiaro ed inequivocabile la scienza dovrà scomporre un fenomeno in tutte le sue partizioni possibili in modo che ogni singolo momento sia quantificabile, misurabile e possa essere sottoposto a verificazionismo, in modo che vi sia la formulazione di un'ipotesi plausibile che lo spieghi e che corregga in itinere le conoscenze errate.

D'altro canto, si deve poi procedere - praticamente - all'esperimento di verifica dell'ipotesi per formulare - in modo definitivo e sicuro - la legge universale. 

Se Galilei, dunque, ha operato in un simile contesto ed in un simile modo, come ha potuto poi cadere nei sospetti della Chiesa Cattolica, addirittura arrivando a dover confutare ciò che avrebbe detto?

Che cosa, di tanto grave, avrebbe detto, infine?

Dove avrebbe creato problemi e sarebbe caduto in così grave contraddizione?

Il fatto di aver messo in dubbio la cosmologia aristotelico-tolemaica che pareva giustificare ed avallare la presenza della Terra al centro dell'Universo e ciò andava a favore dell'interpretazione religiosa secondo cui le creature di nostro Signore non possono che trovarsi al centro della Sua attenzione e dunque collocati in un sito al centro dell'Universo, cozzava (o così pareva potesse essere) con l'interpretazione copernicana, appoggiata da Galilei, senz'altro, secondo cui era il Sole ad essere al centro con la Terra che vi ruotava attorno.

Detto bonariamente ed un po' grossolanamente fu questo, in effetti il "casus belli" che si venne a scatenare, anche a mo' di polemica che avrebbe potuto concludersi assai drammaticamente ma che, in ogni caso, nono risparmiò momenti di grande dispiacere ed anche di autentico terrore a Galilei che, infatti, pur avendo argomentato le proprie tesi in opere letterariamente significative, tuttavia, lo condurranno a dover rivedere le proprie posizioni e a dover così abiurare.

Al riguardo, in autentiche opere quali il Saggiatore, nel Dialogo e nei Discorsi ove parlerà del metodo o nel Novo Organo, Galilei espone tutte le proprie convinzioni sul metodo scientifico, che abbiamo già visto nelle sue partizioni, e lo farà anche con notevole pregio letterario.

Ma, per vedere questa parte, che riguarderà gli aspetti specifici che Galilei si troverà a dover gestire nella sua improvvisamente convulsa vita, accorderemo la nostra attenzione nella - per dir così - prossima puntata.

Fine della I parte.

Prof. Ivo Mandarino                       

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