Estratto di poesie dal testo: "Dal nulla al tutto: questioni di vita... e di morte. I rifugi dell'anima. Poesie o per meglio dire... i dodici deliri, Riflesso Ed., Asti
Carissimi amici, prima di ogni altra considerazione successiva vi ricordo che ho pubblicato su YouTube due video di cultura filosofica, poco più che pillole di cultura in tal senso che trattano filosofi come Parmenide, Zenone ed anche, il secondo, atomisti come Anassagora, Empedocle e Democrito. Sono video di divulgazione filosofica, volutamente brevi e piuttosto schematici, giustappunto per mettere a fuoco proprio solo alcune cose tra le principali che ineriscono il pensiero, per altro confrontabile, di questi pensatori dell'antichità.
Non li riprenderò, almeno per ora, qui, ma mi limiterò a riportare il contenuto del terzo video postato oggi (ricordo che tutto, in attesa di aprirsi anche agli altri social, prevedendo un ritorno su Instagram e su Pinterest dove già c'ero e progettando di sbarcare su Linkledin è pure rinvenibile su Twitter e su Facebook), che si trova appunto su YouTube reindirizzato da Twitter e da Facebook.
Ecco che, allora, riporterò - quale estratto - le mie poesie, dal tono esistenzialista che pubblicai nel mio volume (ormai esaurito e rinvenibile eventualmente presso molte Biblioteche italiane ed alcune straniere).
Riporterò qui, ora, quelle lette oggi e presentate in video e, parimenti, farò domani, con quelle che rimangono.
Da "Dal nulla al tutto: questioni di vita... o di morte. I rifugi dell'anima. Poesie o per meglio dire... i dodici deliri" Edizioni Riflesso, Asti, 2005 - autore: Ivo Mandarino
Scivola la rugiada lenta...
Scivola la rugiada lenta
sembra triste e tediosa
come l'ore
del tempo.
Tempo di cuore fuggiasco
Tempo di cuore fuggiasco:
avevo idee tra loro pugnanti
eppur così libere,
libere di volare
di librarsi alte nel cielo della mia mente.
Tempo di cuore fuggiasco...
Tempo di una giovinezza sì composta e sì ribelle.
Ribellione profonda ma spirituale,
compostezza esterna ma materiale.
Vivevo la realtà così nitida, or cruda, or soave.
Tempo di cuore fuggiasco...
Tempo di cuore fuggiasco... ormai defunto!
Addio! Addio, amici miei...
Addio... in questa notte fredda ed eterna.
Sogno, tristezza, sgomento
Sogno, tristezza, sgomento.
La mia prece accorata
or non mi consola
la mestizia procurata
da neri angeli
ancor più m'addolora.
Tale il mio spirto
che non s'avvede
della speme
ch'entro mi sovviene
nel sole che splende
squarciato il profondo
e tosto s'innalza
a render omaggio
alla vita che vince
dopo tanto torpore.
Fugge già la vita
Fugge la vita
che or è cominciata
e già esala
l'ultimo respiro.
Tosto s'appresta
a migrar
dal mortale involucro
dimentico ormai del male perituro.
Alfin avvenne
Alfin avvenne
quel che per molti è una condanna
qual atto liberatorio
non appena seppi quel che m'attendeva.
E venne
che tanto non m'accorsi
ma l'anima mia porsi
al Divin Creatore
ed eternamente Autore
del ben che mi circonda.
Né puote alcuna onda caduca
intimorire
l'Amore che l'Agnello suo vivificò
con l'umano suo morire
con il quale ci salvò.
Dinnanzi un muro
Dinnanzi un muro
dietro una porta serrata
con la mente a vagheggiar un futuro
incerto e duro
in una ressa forsennata
di pallidi visi
pianti e lacrime
nell'ora annunciata.
Ma di là una luce fioca
or non vivida
forse più oltre
di là dalla coltre
di nebbia fittissima.
Quale speranza
tenue ma viva
esile giunco
nella mia mente
che pure rischiara
il tristo presente
nella bellezza
nella certezza,
del dì che m'attende.
C'incamminammo: macabra processione
C'incamminammo
non so per dove.
Donde arrivammo
non saprei dire.
Solo vidi
pallidi visi
scarni corpi mutilati
languidi figuri
lentamente avanzare
stancamente osservare
come automi inebetiti.
Un d'essi mi guardò
poi si voltò
proseguì imperterrito
la sua lenta marcia.
Un altro strascicando
un arto
ondeggiava insicuro
annaspando con le mani
nel vuoto.
Tosto iniziò, come mosso
da fremito improvviso,
a gridare,
si strappava i capelli
gli occhi sbarrati.
Mi fissò. Tacque.
Silenzio... Silenzio... Silenzio...
Poi ricominciò...
infine lui...
mi guardò...
accennò un triste sorriso...
Lui...
essere privo di volontà...
pallido...
diafana presenza
subito si distolse.
Non fu più.
E tutt'intorno
calò la tenebra
mentre l'incedere lento
di automi inebetiti
proseguì...
ed il mio guardo
si pose ad osservar
quella macabra processione
poi...
d'improvviso...
poi...
anch'io mi vidi le mani più bianche,
mi sentii intorpidito.
Domani proseguiremo con le poesie tratte dal libro succitato e faremo anche un articolo di carattere filosofico, come è nella natura e nella mission di questo blog.
Grazie per la vostra cortese attenzione e per la vostra gentile ed interessata lettura!
A presto, arrivederci!
Prof. Ivo Mandarino
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