Hegel ed i luoghi di culti come "recinti sacri"(cfr. mio video tutorial su canale YouTube)
Due immagini del Prof Dr Ivo Mandarino
Dopo aver realizzato un similare video su YouTube, di pari argomento, mi accingo a metter qui per iscritto su questo mio umile ma sinceramente impegnato blog una breve trattazione che possa dar ragione di quanto colà ho affermato verbalmente.
Riprendo, in fondo, il discorso dall'Estetica di Hegel di ieri in cui avevo polarizzato però maggiormente l'attenzione sull'estetica filosofica per dedicarmi qui, ed ora, agli aspetti più filosofici, religiosi e spirituali.
Partiamo dal presupposto che, nel momento in cui è l'Arte a dar prova del passaggio dello Spirito Assoluto nel mondo, l'artista non poteva essere completamente cosciente dello spirituale, per il fatto che lo spirito stesso non può che manifestarsi in forma indeterminata e confusa, almeno per ora, stante il noto percorso triadico.
Lo spirito si manifesta nel mondo ma all'inizio lo fa in un modo ancora molto imperfetto e si serve degli uomini per rendere prova del suo passaggio in un cammino che è progressivo nel suo disvelarsi attraverso la notissima triadicità dialettica (Spirito Soggettivo, Spirito Oggettivo, Spirito Assoluto: con quest'ultimo che si sviluppa, in sequenza dal basso verso l'alto attraverso l'Arte, la Religione, la Filosofia ed all'interno di ognuna di esse e - ad esempio per l'Arte - con le fasi simbolica - classica - romantica).
La dicotomia tra ciò che è spirituale da ciò che non lo è, comincia già dalla fase simbolica, peraltro ben rappresentata dagli antichi Egizi. Infatti, relativamente ai templi egiziani, all'inizio Hegel fa riferimento alla loro struttura architettonica e li chiama "recinti sacri egiziani". E siamo ancora nella fase dell'Arte, oltretutto simbolica. Fondamentale comunque questa definizione di Hegel perché il carattere di recinzione di un certo luogo assume un significato di grande valore: il recintare un certo luogo, da un lato significa volerlo rendere sacro, delimitare un terreno per onorare il Dio e, dall'altro, delimitare quel territorio come proprio della comunità di persone che onora il Dio.
Il termine recinzione è di fondamentale importanza proprio perché crea divisione, per la prima volta nella storia, tra ciò che è spirituale e ciò che non lo è, tra ciò che è vivo e ciò che è morto.
Hegel dirà che:"... presso gli Egiziani l'opposizione fra vivo e morto compare con forza; lo spirituale incomincia a scindersi dal non spirituale".
E questa prima differenziazione tra lo spirituale ed il materiale proseguirà anche nelle fasi successive dell'Arte (da quella simbolica a quella classica a quella romantica e decadente) ed anche nelle altre fasi del passaggio dello Spirito Assoluto nel mondo (dopo l'Arte, la Religione e poi, a coronamento della perfezione la Filosofia).
Bisogna pur aggiungere che la Religione raggiungeva la sua massima perfettibilità, in quanto a passaggio dello Spirito Assoluto, con quella protestante (che era la Religione di Hegel) e, per quanto attiene la Filosofia, raggiungeva la massima perfettibilità con la filosofia stessa di... Hegel, come a dire che, dopo di lui, non c'era più nessuno ed il passaggio dello Spirito Assoluto aveva toccato il massimo della sua perfezione.
A completamento di tutto il discorso, aggiungo che la presente è una rielaborazione di alcuni passaggi del mio commento all'Estetica di Hegel che ho trattato nel mio testo Tavola Rotonda, già menzionato, e del commento prodotto nel post di ieri in merito all'Estetica di Hegel cui do, qui, un'interpretazione più spirituale e religiosa ed aggiungo, a carattere maggiormente esplicativo di quanto si sta argomentando, alcune frasi sussunte dall'Estetica stessa di Hegel.
Hegel dice nell'opera citata:"...la devozione del cuore cristiano è al contempo una elevazione oltre il finito, cosicché questa elevazione determina ora il carattere di Dio".
Dunque, partendo da questa considerazione, il luogo in cui si rende onore e gloria alla divinità è uno spazio individuato anche fisicamente in cui avvengono tutte le pratiche cultuali e questo spazio, altro non è che il recinto sacro già individuato dal popolo egizio.
Sicché anche la comunità dei fedeli, la Chiesa, intesa in senso fisico e spirituale si trova a convergere in un luogo che è espressamente deputato per la sacralità, lasciando all'esterno tutto ciò che riguarda il mondo concreto, la mondanità, il profano per eccellenza al punto tale che "... c'è ora posto per tutto un popolo. Infatti qui la comunità di una città e dei suoi dintorni deve raccogliersi non intorno all'edificio, ma nel suo interno. Egualmente anche tutti i vari interessi della vita che abbiano un riferimento qualsiasi alla religione trovano qui contemporaneamente posto" ed infatti, contemporaneamente, possiamo vedere più pratiche cultuali svolte in ambienti diversi della stessa Chiesa o Cattedrale: da una parte ci celebrerà magari un matrimonio, poco più in là un funerale, vicino al fonte battesimale vi sarà un battesimo, seduti nei banchi i fedeli pregheranno o mediteranno o reciteranno il sacro rosario, altri - in un diverso settore della Chiesa, parteciperanno in comunione ad una Messa officiata da un sacerdote, altri ancora parteciperanno ad una lenta, silenziosa e solenne processione.
Proprio quel che dice Hegel affermando: "Qui si predica, là si porta un malato, contemporaneamente si svolge una lenta processione, qui avviene un battesimo, lì un morto è portato attraverso la chiesa..."
Il tutto contemporaneamente, il tutto all'interno del "sacro recinto".
Questo, a grandi linee, il riassunto scritto di quel che troverete nel mio video-tutorial su YouTube che vi invito a voler gentilmente seguire.
Per ciò che attiene l'argomentazione scritta aggiungo semplicemente quanto segue.
In un passaggio successivo, nel mio più volte citato saggio, mi occupavo di quanto Hegel afferma a proposito delle guglie delle Chiese che egli identifica, al pari del suo contemporaneo Schelling, filosoficamente idealista romantico come lui, come uno slancio verso la divinità, la trascendenza, la spiritualità che, convenzionalmente, sono sempre collocati in alto.
Riferimenti bibliografici: Tavola Rotonda:... (mio testo)
Estetica di Hegel, con prefazione di Nicolao Merker
Grazie a tutti! A presto, arrivederci!
Prof. Ivo Mandarino
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