"Parlando di disturbo bipolare" by Prof. Dr. Ivo Mandarino
"Parlando di disturbo bipolare" by Prof. Dr. Ivo Mandarino
Ne il "Nuovo Dizionario di Psicologia. Psichiatria. Psicoanalisi. Neuroscienze.", Edizioni Feltrinelli del Prof. Umberto Galimberti troviamo l'argomento dei disturbi bipolari in vari punti dello stesso, ricompreso sotto diverse voci con ottimo sviluppo, ogni volta, dell'argomento che si vuol trattare.
In questo post, piuttosto breve e quasi tutto incentrato sulla citazione di un brano del Dizionario suddetto, ci si procurerà di inserire un breve commento inziale a livello di presentazione ed un breve commento finale a chiusura di tutto il discorso.
Il commento personale, comunque, non sarà lungo più di tanto né amplierà in modo significativo l'argomentare del Prof. Galimberti, quivi riportato. Il cuore della questione sarà, infatti, proprio ed unicamente quel che dice il Prof. Umberto Galimberti stesso.
A livello popolare sappiamo che, semplificando molto, spesso si associa al disturbo e conseguente disturbo bipolare più che altro una condotta che va, senza quasi mai apparente motivo o con motivo molto celato ed apparentemente velato, da un atteggiamento ora triste, apatico, depresso anche quando magari la situazione non lo giustificherebbe, ora - invece - euforico, logorroico, iperattivo, con le stesse modalità e matrici, senza apparente ragione (ma una ragione, invero, c'è sempre!), anche se difficile e scoprirla, certamente complesso è curarla, si cerca di migliorare la condizione e di contenerla nei limiti del possibile scientifico.
In verità, nella predetta ed assai ponderosa ed esaustiva opera del Prof. Umberto Galimberti, a pag 1296, troviamo scritto, alla voce UMORE, al paragrafo 2 quanto segue:"Disturbi bipolari, a loro volta distinti in: a) disturbo bipolare I, caratterizzato da uno o più episodi depressivi maggiori alternati a episodi maniacali che possono durare da una settimana ad alcuni mesi con umore euforico, irritabilità, logorrea, fuga delle idee e agitazione psicomotoria (v. MANIA); disturbo bipolare II, caratterizzato da uno o più episodi depressivi maggiori accompagnati da almeno un episodio ipomaniacale, contraddistinto da un aumento del tono dell'umore e dai sintomi tipici della mania, senza tuttavia compromissione dell'attività lavorativa e dei rapporti interpersonali; c) disturbo ciclotimico caratterizzato da una cronica alterazione dell'umore con periodi di depressione intervallati da episodi di ipomaniacalità di gravità e durata insufficienti per soddisfare i criteri per gli episodi depressivi o maniacali.
Aaron Temkin Beck e Michael William Eysenck hanno evidenziato come i disturbi dell'umore e in particolare la depressione e l'ansia incidono sui processi cognitivi." (Op. cit., p. 1292).
Come si diceva, questa è una definizione peraltro molto esaustiva, scientifica ed altamente attendibile di quel che si voleva specificare ed argomentare intorno alla questione ed al sintomo, come si vede molto variegato e manifestantesi in diversi modi. Oltretutto vi sono - in questo pregevolissimo Dizionario - svariati rimandi alle varie sintomatologie in diversi punti, anche laddove si trattano altre patologie e sintomi e, come riporta il titolo del Dizionario stesso, anche con riferimenti ad altre discipline.
Prof. Dr. Ivo Mandarino
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