Un breve omaggio al poeta latino Orazio. By Prof Dr Ivo Mandarino.
Un breve omaggio al poeta latino Orazio. By Prof. Dr. Ivo Mandarino
Il Prof Ivo Mandarino
Nel testo su Orazio, il grande scrittore latino, autore di splendide liriche, dal titolo "Antologia lirica" a cura di Nicola Festa e Antonio Traglia, edizioni Mursia, 1959 (e poi 1967) troviamo una breve presentazione dell'autore latino e le sue parole di una celebre sua opera alle pp. 13 - 15, quale esempio esplicativo.
Ecco dunque quanto ivi troviamo alle pp. dell'opera citata:"Orazio a Mecenate. Parla del suo ideale: dedicarsi alla poesia lirica e riceverne lode da lui. Il pregio di questo componimento poetico è nella rapida e vivace successione di scene e di figure in cui s'incarnano le diverse aspirazioni degli uomini e i vari modi di concepire la felicità umana. Figure e scene non solo abilmente scelte, ma anche con fine artificio contrapposte l'una all'altra in una serie di coppie o di gruppi in modo da dare risalto alla continua disparità dei gusti: lo sport, alla politica, la passione della vita pubblica a quella di accumulare ricchezze; poi la diversità dei mestieri si oppone a tutto il gruppo precedente, ponendo in luce il contrasto fra chi lavora per vivere e chi ha da vivere senza lavorare; e subito dopo, colui che, lavoratore o no, sogna il riposo e il dolce far niente, è messo di fronte a chi ama la vita operosa disagiata e rischiosa, la caccia, la guerra; a tutti, infine, fa contrasto il poeta, nella sua beata solitudine e nel suo sogno d'arte.
Squisitamente elegante la forma, la cui voluta semplicità si adorna ogni tanto di accenni rapidi e luminosi a persone e luoghi e scene disparate (lo stadio di Olimpia, i piani ubertosi della Libia, il cinghiale della Marsica, le ninfe e i satiri danzanti nei remoti boschetti ecc...) dando un piacevole stimolo alla fantasia senza distogliere l'attenzione dall'argomento principale. Frequenti le rime e le assonanze, che spiccano nella lettura ritmica: per esempio 4-8 fervidis rotis, nobilis; dominos deos; mobilità Quiritium.
I primi due e gli ultimi due versi formano una cornice, che rende tutto il carme simile ad un'epistola lirica, indirizzata a quello stesso Mecenate che il poeta invoco' già nel primo epodo e nella prima satira, e che poi tornerà ad invocare nella prima epistola.
È opinione comune che con questo carme vengano dedicati a Mecenate i primi tre libri delle Odi (data probabile: a. 23 a. C.). Metro n. 5." (Op. cit, p. 13).
E, tanto per dar qualche esemplificazione della bellezza e della profondità del testo in latino ecco quanto quivi si intende riportare:
"Maecenas atavis edite regibus,
O et praesidium et dulce decus meum,
Sunt quos curriculo pulverem Olympicum
Collegisse iuvat, metaque fervidis
Evitata rotis palmaque nobilis
Terrarum dominos evehit ad deos;
Hunc, si mobilium turba Quiritum
Certat tergeminis tollere honoribus,
Illum, si proprio condidit horreo
Quicquid de Libycis verritur areis.
Gaudentem patrios findere sarculo
Agros Attalicis condicionibus
Numquam demoveas, ut trabe Cypria
Myrtorum pavidus nauta secet mare.
Luctantem Icariis fluctibus Africum
Mercator metuens, otium et oppidi
Laudat rura sui; mox reficit rates
Quassas, indocilis pauperiem patì."
(Ibidem, pp. 13 - 15).
Ricordiamo, soltanto per completezza di informazione relativamente ai fini delle notizie contenute in questo post, che nel 23 a. C. Orazio pubblicava i primi tre libri della sua opera "Odi".
Grazie, un caro saluto a tutti, arrivederci a presto!
Prof. Dr. Ivo Mandarino
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