Il periodo pre-filosofico: il mito/ Parte IIa


Prof. Ivo Mandarino


Nel precedente contributo abbiamo parlato di quel periodo che si riferisce alla fase pre-filosofica e che riguarda le teorie cosmologiche ed il mito, intravvedendo in ciò anche quegli elementi che sarebbero stati rinvenibili nel periodo in cui la filosofia si sviluppa pienamente.

Abbiamo concluso con il movimento dell'orfismo ed ora la riflessione passa a quella che è stata definita come la leggenda dei Sette Savi.

I Sette Savi, come dice l'enunciato stesso, avrebbero dovuto essere - appunto - sette poiché così la tradizione ci ha consegnato l'informazione, ma - in realtà - potrebbero e dovrebbero, anzi, essere di più.

Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che alcuni di essi sono presenti in tutte le liste che risultano aver contribuito a comporre l'elenco dei Saggi: Talete, Biante, Pittaco e Solone ed a questi, talora, si aggiungono pure Cleobulo, Misone e Chilone.  

L'importante è comunque dire chi fossero questi Savi: erano scrittori che scrivevano brevi sentenze morali circa la saggezza della vita; per questo si dice che la loro attenzione si polarizzasse - principalmente - su aspetti di vita pratica e norme comportamentali.

L'approccio che questi pensatori usano è quello della riflessione di stampo già filosofico (e Talete fu poi davvero filosofo) nel trattare tematiche di stampo etico e comportamentale.

Un contributo importante, piuttosto, venne dalla poesia poiché la riflessione morale dei poeti servì ad elaborare concetti che furono poi ampiamente ripensati dai filosofi che li allargavano alla dimensione totalizzante del mondo.

Già nelle stesse opere di Omero troviamo aspetti che trascendono il mondo terreno e dell'uomo e si aprono a prospettive metafisiche in cui vi è una presenza divina che sembra fare da regia alle vicende a cui si dà un giudizio di stampo etico, moraleggiante ma, nel quale, la giustizia divina interviene per ristabilire i fatti in un'ottica di giustizia vera. Quindi non sola facoltà giudicante ma facoltà agente per il meglio.

Anche Esiodo adotta la tecnica del metter in atto la rappresentazione di fatti che, nella realtà possono accadere, e compare - sullo sfondo - sempre il giudizio della divinità che non manca mai e che interviene per ristabilire le sorti della contesa, chiaramente a favore dell'eroe, del protagonista.

Esiodo parla in termini specifici di dover frenare, mitigare, laddove occorra anche sanzionare la tracotanza che si manifesta nell'eccessivo ricorso alle passioni che divengono anche simbolo di irrazionalità e di assurdità.

Solone assume un atteggiamento che è divenuto addirittura proverbiale tant'è che ammette la presenza delle infrazioni come atto costitutivo della natura umana ma non le concepisce né le giustifica e sostiene che a fronte di comportamenti visibilmente scorretti ed inopportuni dovrà scattare la sanzione parlando di infallibilità della punizione. Il suo è un atteggiamento aperto all'aspetto dogmatico-metafisico ma, anche, a quello giuridico-normativo. Infatti ritiene che la volontà umana venga ristretta dalla divinità laddove, anche a livello famigliare ci si sia distinti nel corso del tempo per atti, gesti, azioni, reprimende, omissioni, pensieri che possano giustificare sanzioni nel presente. Ecco perché, per Solone, la giustizia è anche norma di misura come si dice giuridicamente ed è così che Solone, appunto, riassume in un frammento tutto ciò che ritiene in merito: "La cosa più difficile di tutte è cogliere l'invisibile misura della saggezza, la quale sola reca in sé i limiti di tutte le cose". Oltre la quale scatta la gogna della giusta sanzione

Il suo collega Eschilo si pone in un'ottica chiaramente metafisica e religiosa nello specifico, in cui il bene, l'eroe che lo rappresenta ed incarna, le azioni svolte, vertono sempre alla vittoria, alla fine, del protagonista, che ottiene ciò che gli spetta e torna trionfante.

In una simile conclusione si vede anche l'aspetto morale, preponderante rispetto ad ogni altra considerazione unitamente a quello pedagogico.

La vita umana, è vero, appare goffamente disordinata ma vi è così una legge universale che la sovraintende e la protegge, come pure la sanziona quando occorra.

Nella prossima puntata parleremo di come finalmente nasca la filosofia, anche - per dir così - formalmente copletando e commentando alcuni aspetti qui trattati ma che meritano il giusto approfondimento.

Prof. Ivo Mandarino           

    

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