I limiti della scienza, un fatto noto a tutti.

 E' chiaro a tutti che la scienza proceda per ipotesi, supposizioni, balzellon balzelloni ed avvalendosi della cultura del proprio tempo che cerca di ottimizzare. Giunge alle conclusioni che poi sono, successivamente, talora confutate, e cambia la propria prospettiva d'indagine.

Non è mai pervenuta, a parte alcuni eclatanti ed evidenti casi, a certezze definitive ma si è sempre arrogata il diritto (quasi in autotutela...) di poter ovviare a credenze non corrette, rettificando i propri convincimenti tramite confutazioni e falsificazionismo che confuta le vecchie credenze, ritenute vere, per approdare - con dimostrazioni teoriche e pratiche - a nuove scoperte che vengono poi socializzate alla comunità scientifica e, laddove validate, a tutto il consorzio umano ed alla società con ricaduta generale su tutti gli individui fino a quando qualche nuova scoperta non si faccia luce e dia modo di pervenire a nuove "certezze", quasi sempre a tempo "determinato", ovvero fino a nuove e più rivoluzionarie scoperte.

E' il famoso falsificazionismo di cui ci parla anche Popper, tale per cui un fatto scientifico è tale fino a quando non viene confutato da nuove e più corrette scoperte.

La scienza per pervenire alle proprie scoperte si avvale di un metodo scientifico su cui molto hanno dissertato i filosofi e gli scienziati di tutte le epoche (basti ricordare Descartes, Newton, Galileo Galilei, ed anche molti filosofi antecedenti e seguenti) che molto in merito hanno detto poiché da sempre vi è il desiderio e la necessità di avvalersi di un metodo che - per gradi e per difficoltà - spezzetti l'oggetto di studio per poterlo comprendere e giungere a conclusioni che, lo si ripete, fatti salvi alcuni casi non sono mai definitive ma confutabili e soggette al falsificazionismo che le "smonta" a favore di nuove...non certezze, ma comunque teorie, in quanto, successivamente passibili di possibili cambiamenti e confutabili.

Per comprovare quanto qui si dice è sufficiente analizzare la letteratura scientifica e non, in cui vengono descritte malattie, ferite, pandemie e vedere quale tipo di cure vi fossero e fossero applicate, così come è utile vedere che cosa si facesse e, sulla scorta di quel che in quei tempi si sviluppava, notare in che cosa si sia avanzati.

Analogamente ciò vale per tutti i fenomeni scientifici (cosmologici, astrofisici, geologici,... e non solo medici e sanitari) che hanno consentito ed hanno dato spesso impulso (per lo più positivo, anche se non sempre comunque, va anche detto) circa l'applicazione di strumentazione tecnologica varia che, da un lato, nasce proprio dallo stimolo e dal contributo apportato dalle nuove scienze e, dall'altro, è derivazione diretta delle scoperte delle scienze stesse. Cosicché, certe strumentazioni, da un lato nascono proprio dallo sviluppo oggettivo dell'osservazione di determinati fatti scientifici e, dall'altro, invece, vengono create per poter meglio produrre tali osservazioni.

Con questo modus operandi la scienza, in ogni suo specifico settore ed in ogni applicazione, procede e corre lungo i secoli in modo che talune scienze propriamente intese vengono poi considerate arti e tecniche, lasciando il campo della certezza soltanto alle cosiddette scienze esatte che, peraltro, trovano sempre applicazione nei vari settori scientifici.

Prof. Ivo Mandarino                  

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