Nozioni di lessico filosofico: Etica ed Estetica

                                              Nozioni di lessico filosofico 

                                                      Etica ed Estetica 

All'interno delle singole trattazioni riguardanti autori o tematiche avrò cura - di tanto, in tanto - di soffermarmi sui significati di alcuni termini in uso in filosofia che, per chi eventualmente non fosse pratico della disciplina, potrebbero ingenerare anche confusione o assimilazione.

Pratica didattica che ho sempre messo in atto anche nelle attività in classe al fine di agevolare lo studio dei miei allievi.

Il punto di partenza era costituito dall'analisi etimologica (per i primi periodi quasi unicamente mutuata dal Greco antico per la filosofia, poi subentra anche il Latino) che dà, in effetti, ragione del significato terminologico e dunque anche sostanziale dell'argomentazione.

In questo post prenderemo in esame due termini come "etica" ed "estetica". Ora, è chiaro che in lingua italiana i due termini presentino un'assonanza fonetica ma, in realtà, come già molti sanno, anche senza praticare la filosofia, intendono rivolgersi a sfere del sapere differenti che, al massimo, possono avere contatti e cogenze per trattazione di tematiche afferenti entrambi i propri oggetti di studio ("la morale" ed il "bello").

Ad ogni buon conto, cosa si intende in generale per l'uno e cosa per l'altro?

Quando, in filosofia, troviamo il termine "etica", facciamo riferimento a tutto ciò che è proprio dell'ambito morale. Studiamo i principi primi che determinano un comportamento sociale, virtuoso, studiamo ciò che sono i principi primi che stanno alla base di questo comportamento virtuoso che poi si esercita all'interno di una società.

Il problema, visto in termini metodologici, non è solo di comprendere quale sia il comportamento più adatto ad un situazione, ad una società, ad una realtà ma è proprio di stabilire quei principi universali, che stanno al di sopra di tanti comportamenti soggettivi ed individuali, che potremmo definire virtuosi, consoni ad una certa situazione e che rispondano soprattutto alle caratteristiche della gratuità, dell'essere disinteressato da ogni remunerazione materiale o morale e che rispondano, insomma, più semplicemente, al fatto di essere universali, oggettivi, gratuiti e disinteressati.

I singoli comportamenti altro non sono che un'oggettivazione sociale pratica ed un inveramento, una concreta manifestazione di principi primi stabiliti su base concettuale ed accolti universalmente, la cui caratteristica è di essere altissimi, puri e nobili.  

L'universalità dei principi e l'oggettività riguardano qualunque discorso particolare e, dunque, anche l'altro termine che intendiamo qui analizzare, ovvero l'estetica. Qui entra in gioco l'arte, il discorso del bello. Nel corso delle epoche praticamente tutti i filosofi hanno dato il proprio parere su questa tematica, come anche sull'etica, ed anche nel campo del "bello" hanno stabilito che vi fosse una sorta di codifica di quei principi primi che servono a fruire dell'oggetto ammirato.

Con Estetica si intende, dunque, la capacità di meravigliarsi di fronte al bello, al sublime, secondo canoni di oggettività, universalità e disinteresse da ogni tornaconto personale.

All'interno di alcuni principi universali, ve ne sono alcuni di carattere più soggettivo che, però, non devono minare quello che è, per certi aspetti un comune vedere ed un comune sentire e, per certi altri, è un sentire ed un vedere soggettivamente.

In conclusione, sia l'etica che l'estetica devono conformarsi a caratteri universali, oggettivi e disinteressati e devono propendere per l'individuazione di precisi canoni accolti da tutto il consorzio umano, ciascuna all'interno del proprio ambito: l'etica, in ambito morale (di cui i comportamenti sono solo una manifestazione pratica); l'estetica in ambito artistico o più genericamente del bello laddove si esercita il giudizio sul beneficio che ci proviene dall'ammirare - in modo disinteressato - commentandola una manifestazione di bellezza, di sublimità creata dall'uomo, tramite l'arte o dalla natura stessa. 

Avremo modo di tornare su questi termini anche grazie ad una maggiore esplicazione della trattazione con riferimenti ai filosofi e, dunque, daremo forza al nostro discorso supportati dai pareri autorevoli dei pensatori visti trasversalmente, nelle varie epoche.

Prof. Ivo Mandarino     

        


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