Nozioni di lessico filosofico: teleologico (causalità e non casualità) e teologico; immanente (concreto, materiale) e trascendente (metafisico)

                                       Nozioni di lessico filosofico:

     Concetti:

                                       Teleologico e Teologico

                                       Casualità e Causalità

                                     Immanente     e         Trascendente

                                   Concreto, corporeo  e    Metafisico  


In questo nuovo appuntamento riguardante la rubrica interna non formalizzata ma dedicata al lessico filosofico, oggi tratteremo qui, brevemente, le differenze ed i significati dei termini "teleologico" e "teologico".

Con l'uso del primo termine (teleologico) intendiamo rivolgerci a tutto ciò che rappresenta la causa formale e sostanziale perché avvenga un certo fenomeno o esista una certa sostanza. La teleologia studia le cause prime che rendono possibile il manifestarsi di qualcosa, così come studia i principi primi che, a livello teorico, si occupano di stabilire come abbia inizio un certo fenomeno e studiano le cause efficienti generanti quel fenomeno stesso.

Ovviamente i principi primi rispondono alle caratteristiche di universalità e di oggettività oltre che di ripetibilità, ovvero: ogni volta che si verifica l'esistenza ed il formarsi di un certo oggetto i principi primi danno garanzia del fatto che si sono create tutte le circostanze perché ciò avvenisse, venendo incontro così a quelle caratteristiche formali, causali e di ripetibilità di cui si è anzidetto.

Oltre a ciò ecco che il discorso va, inevitabilmente, verso il principio di causalità da non confondersi con la casualità.  

Nel primo caso intendiamo rivolgere l'attenzione verso tutto ciò che avviene per opera di una causa, un principio primo, mentre con il termine casualità intendiamo tutto ciò che è casuale e non risponde - già di per sé - alle caratteristiche di essere oggetto di studio teleologico.

Ciò che è di interesse teleologico, infatti, è già interessato da un processo di causalità e non può, per la sua stessa natura, contemplare la casualità

Con il termine teologico intendiamo invece ciò che si occupa di Dio (dall'etimo greco "Teos" e "logos", con cui diamo ragione dei significati di Dio, in Greco Zeos/Zeus e di "logos" che vuol dire "discorso intorno a qualcosa", ma anche "la ragione, il principio che ci parla di qualcosa e la giustifica").

Dunque, per ciò detto, è teologico tutto ciò che riguarda Dio o che parla di Dio o delle caratteristiche di Dio stesso.

Se, ad esempio, ritengo che lo studio e l'amore per il sapere (letteralmente filosofia da "filos" e "sofia") siano da riportare ad una dimensione trascendente (tutto ciò che è metafisico e non concreto, materiale) da opporre a ciò che è immanente (ovvero che è materiale, concreto, corporeo, terreno), tale per cui la dimensione trascendente è da riportare a Dio, faccio riferimento ad una filosofia che diviene teologia.

Così come è chiaro che se tutto ciò che è la causa, la scintilla, degli avvenimenti e degli accadimenti (teleologia) deve la sua ragion d'essere ad un Dio ecco che - in questo caso, ma solo in questo - la teleologia e la teologia, coincideranno. 

Perché? Perché la causa prima di tutti gli accadimenti è proprio Dio stesso.

Dunque, in questo caso la causa scatenante tutto è un principio che faccio coincidere con la divinità.

Se ritengo, viceversa, che il principio primo sia un altro o se addirittura tengo sullo sfondo Dio o proprio non lo voglio considerare, ecco che allora la teleologia non avrà alcun riferimento teologico.

Per riassumere, in questo breve ma assai succoso post, abbiamo visto i significati di ciò che è teleologico e ciò che è teologico; il fatto che i due termini possano o meno intendere quale causa ultima Dio o meno; il fatto che bisogna essere precisi in ordine a ciò che si intende con causalità e con casualità e, in ultimo, abbiamo fatto i riferimenti a ciò che si intende con immanente e trascendente.

In ultimo, proprio per chiarire gli ultimi due concetti diciamo che è immanente tutto ciò che è corporeo, materiale, terreno ed è trascendente tutto ciò che è metafisico e spirituale.

Il concetto di metafisica fu utilizzato per la prima volta analizzando delle opere di Aristotele: dopo la trattazione di alcuni argomenti di fisica, quindi assolutamente concreti, riferiti alla materialità terrena, ci dice la storia, Aristotele era passato a trattare alcuni argomenti riguardanti la sfera trascendente, cioè spirituale.

Il termine Metafisica assunse così un duplice significato: 1) come ciò che viene dopo la Fisica e come ciò che viene dopo gli argomenti trattati dalla Fisica, cioè da quelli concreti ed allusivamente, ma anche fattualmente, arrivò a definire tutto ciò che si occupa di ciò che va al di là del concreto, del materiale, del puramente o meramente corporeo e che: 2) sfocia, quindi, nell'ambito dello spirituale, dell'ultraterreno, della divinità.

In questo senso ecco che la Filosofia, potremmo dire, si fa nuovamente Teologia.       

    

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