Riflessioni del Prof. Ivo Mandarino: 2 Novembre, La Commemorazione dei defunti (in forma scritta)

 Un video riguardante medesimo oggetto di trattazione è stato girato dal Prof. Ivo Mandarino sul proprio Canale YouTube, cui è possibile fare riferimento.

Il Canale è denominato "Ivo Mandarino" e si trova sulla sopraddetta piattaforma.

In questa circostanza si desidera dar conto, in forma scritta, dell'argomentazione verbale là sviluppata, entrando così meglio e con maggior efficacia nello spirito di un blog.

Si tratta, tecnicamente, di un ritorno alle origini, cui si tenterà di dare maggior continuità poiché - all'inizio - il blog era nato per ospitare soprattutto articoli scritti. Poi, in parte anche per seguire talune richieste, si è optato per la riproduzione ed il rimando al video su YouTube. Ora, pur facendovi ugualmente riferimento, e talvolta riportandolo pure integralmente, tuttavia si cercherà di prediligere qui - di nuovo - l'articolazione scritta per lasciare spazio all'argomentazione verbale sul canale anzidetto.

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Passiamo ora, all'oggetto da sviluppare.

Esso è di estrema attualità, riguarda la Commemorazione dei defunti nel giorno 2 Novembre.

Si tratta di una ricorrenza tipicamente cattolica della Chiesa Cattolica di rito latino. Si commemorano tutti i fedeli defunti ed il giorno giunge sempre dopo quello di Ognissanti. La tradizione vuole che si faccia visita dei Cimiteri. Le tradizioni religiose sono riassumibili nell'Officium defunctorum e nella Missa pro fidelibus defunctis.

Accanto, però, alla canonicità del rituale cultuale cattolico, si affiancano alcune tradizioni che affondano le loro radici nelle manifestazioni antropologiche che, talora, conservano legami con la tradizione religiosa e si trasformano in religiosità popolare; talaltra - invece - mescolano elementi anche fantastici e fantasiosi che nulla hanno a che fare con la religiosità stessa.

In tutte le zone del mondo, infatti, si sono - nel tempo - sedimentate abitudini che hanno portato a considerare possibile l'avvicinamento, per un giorno, del mondo dei vivi e di quello dei morti, al punto che la sottile linea divisoria tra mondo dei vivi e quello dell'al di là si stringeva al massimo, giungendo a contemplare la possibilità che - per una notte - il morto potesse tornare nella propria abitazione, cibarsi dei propri cibi preferiti, bere il proprio vino e, addirittura, assopirsi nel proprio letto. Una forma ideale che lega il mondo reale con quello immaginifico, allusivo del non allontanamento totale dai propri cari ma con la possibilità di ricongiungersi, per una volta all'anno, almeno, prima che nell'al di là, nell'al di qua.

Era ciò che capitava, ad esempio, anche nelle comunità rurali del mio territorio in cui, anche solo tornando indietro di qualche decennio del 1900, queste tradizioni popolari, oggetto di studio dell'Antropologia Culturale e dell'Etnologia, erano piuttosto diffuse e vissute.

Si tratta, allora, per la serietà tanto in ambito religioso quanto in quello etnologico, di fare chiarezza, senza dar luogo ad alcun sincretismo che porterebbe solo a confusione e ad ibride mescolanze.

Intanto, da un punto di vista religioso, pur essendo festa ma non di precetto, essa non è mai rientrata nel calendario civile che ha invece recepito la festa del 1^ Novembre, di Ognissanti.

Poi vi è da ricordare che esso è preceduto da un periodo di novena (nove giorni di preghiera assidua e fervente), iniziata il 24 ottobre.

L'idea di commemorare i defunti è molto antica e risale al 998 quando l'abate benedettino Sant'Odilone di Cluny introdusse de facto la riforma che prevedeva di far risuonare i rintocchi funebri dopo i vespri del 1^Novembre per celebrare i defunti. Inoltre, il giorno dopo, il 2 Novembre - per l'appunto - l'eucaristia sarebbe stata offerte pro requie omnium defunctorum. Da quella circostanza il rito si estese a tutta la Chiesa Cattolica. Dopo un iniziale periodo in cui veniva definita Anniversarium Omnium Animarum, venne introdotto - in pianta stabile - nell'Ordo Romanus del XIV secolo.

Nel Rituale Romano, parte III, capitolo 54, Benedizione delle Tombe nella Commemorazione dei Fedeli Defunti, troviamo scritto: "In molti modi le comunità parrocchiali esprimono questo senso della speranza cristiana. Per la commemorazione di tutti i fedeli defunti è consuetudine andare in processione al Cimitero e in tale occasione benedire le tombe. In questa o simili circostanze è opportuno promuovere una celebrazione con un apposito rito di benedizione."

In ambito religioso, verso cui la presente trattazione sta volgendo al termine per lasciare il posto ad alcune annotazioni testuali e scritturali di carattere storico-antropologico, la preghiera con cui si invoca la pace eterna per i propri cari defunti è il Requiem Aeternam che qui ricordiamo:

Requiem Aeternam

dona eis , Domine, 

et lux perpetua 

luceat eis.

Requiescant in pace.

Amen.  

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L'aspetto storico-antropologico, invece, che per la mia zona (il Monferrato, in Piemonte) trattai in una ricerca universitaria poi rielaborata e trasformatasi in un saggio pubblicata nel mio testo, ormai esaurito, "Tavola Rotonda..." Edizioni Riflesso, 2005, Asti, presenta - ovunque - nel mondo, ed in tutte le epoche, partendo da quelle più antiche, degli aspetti culturalmente molto interessanti.

Al riguardo, già l'Encyclopaedia Britannica del 1910 ci informa circa il fatto che il 2 di Novembre era:"...giorno riservato nella Chiesa Cattolica Romana alla Commemorazione dei fedeli defunti. La celebrazione si basa sulla dottrina che le anime dei fedeli che alla morte non si sono purificate dai peccati veniali, o non hanno espiato le colpe passate, non possano raggiungere la Visione Beatifica, e che possano essere aiutate a conseguirla mediante la preghiera e il sacrificio della Messa...Alcune credenze popolari relative al Giorno dei morti sono di origine pagana. Così i contadini di molti paesi cattolici credono che quella notte i morti tornino nelle loro case precedenti e si cibino degli alimenti "dei vivi" " (Ibidem, Vol. I, p. 709).

Questa spiegazione pur breve ma efficace di questa Enciclopedia ci fornisce, dunque, il raccordo tra elementi religiosi ed elementi culturali, quali manifestazioni antropologiche vere e proprie, anzi unicamente antropologiche nel senso letterario dell'etimo.

E, del resto, se degli aspetti - pur succintamente - religiosi si è detto, per completare seppur molto schematicamente quelli storico-antropologici legati al culto dei morti, non si può omettere di parlare dell'omonimo testo di J. Garnier in cui afferma, in lingua originale: " The mythologies of all the ancient nations are interwoven with the events of the Deluge... The force of this argument is illustrated by the fact of the observance of a great festival of the dead in commemoration of the event, not only by nations more or less in communication with each other, but by others widely separated, both by the ocean and by centuries of time. This festival is, moreover, held by all on or about the very day on which, according to the Mosaic account, the Deluge took place, the 17nth day of the second month - the month nearly corresponding with our November" (Garnier J, 1904, The Worship of the Dead, London, p. 4).

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In conclusione, si ricorda che le linee tracciate sono solo un inizio schematico ma sufficientemente completo per approcciarsi all'argomento sia da un punto di vista religioso puro che da quello meramente storico-antropologico culturale ed etnografico. Si rimane a disposizione per ulteriori approfondimenti o per dettagliare più compiutamente quanto qui contenuto e, nel frattempo, ci si permette di ricordare che, analogo video, è stato girato dal Prof. Ivo Mandarino sul proprio canale, omonimo su YouTube.

Grazie a tutti per la cortese attenzione, arrivederci a presto.

Il Prof. Ivo Mandarino Vi augura una buona lettura, un buon ascolto ed una buona visione. 
               

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